L’ESTATE STA FINENDO (per fortuna)…..

Tavolini abusivi, apecar che sfrecciano, spazzatura a vista e prezzi da collezione: l’estate 2025 si chiude tra applausi sarcastici e un liberatorio “menomale che è finita”..

L’estate sta finendo… menomale!!

C’è chi intona nostalgicamente la canzone: “L’estate sta finendo…”. In Ortigia, invece, la si saluta con un liberatorio “menomale!”. Perché se l’estate altrove significa mare, sole e relax, qui ha voluto dire caos, disordine e improvvisazione.Per tre mesi l’isola è stata trasformata in un’arena dove tutto era concesso: tavolini spuntati come funghi, che hanno occupato ogni angolo libero, trasformando vicoli storici e piazze barocche in mense a cielo aperto. Marciapiedi scomparsi, residenti costretti a slalom tra sedie e menù plastificati, bambini e anziani relegati a spettatori di un teatro dell’assurdo.E mentre la gente cercava di farsi largo tra i tavoli, apecar e mezzi elettrici sfrecciavano a tutta velocità, in barba a qualsiasi regola, rendendo la tanto decantata “isola pedonale” una barzelletta mal riuscita. Non bastava: al caos del traffico e all’invasione dei tavolini si aggiungeva lo spettacolo indecoroso della spazzatura lasciata ovunque, sacchi abbandonati nei vicoli, bidoni stracolmi accanto a ristoranti che servivano piatti gourmet a prezzi da capogiro.Già, i prezzi impazziti. Una bottiglietta d’acqua che diventa oro, un piatto di pasta che vale come un gioiello, un caffè che sembra un investimento. Il turista come bancomat, il cittadino come intruso. Una corsa sfrenata al guadagno immediato che, oltre a umiliare il buon senso, finisce per svilire l’anima stessa di Ortigia.E in tutto questo? Nessuna traccia di un vigile urbano. Nessun controllo, nessuna regola, nessuna presenza istituzionale. Ortigia è apparsa come una terra di nessuno, in cui ognuno fa ciò che vuole, dal ristoratore abusivo al conducente di apecar. La legge del più furbo, dell’improvvisato, del “tanto chi ci controlla?”.

Eppure parliamo di un patrimonio di bellezza unico al mondo, che non ha bisogno di fuochi d’artificio per brillare. Ortigia basterebbe a sé stessa, se solo la si rispettasse. Invece ogni estate diventa ostaggio di un’improvvisazione scambiata per “vivacità” e di un disordine spacciato per “movida”.E allora sì, l’estate sta finendo. E non c’è da struggersi, ma da tirare un sospiro di sollievo. Perché con l’autunno forse Ortigia tornerà a respirare, a mostrare i suoi vicoli senza ostacoli, a risuonare dei passi dei residenti invece che del rombo delle apecar. Forse torneremo a viverla come un luogo, non come un luna park improvvisato.

Se c’è una lezione da imparare è che la bellezza non ha bisogno di essere violentata per brillare. E Ortigia merita regole, decoro e rispetto. Non solo d’estate, ma tutto l’anno.

 

 

 

 

 

 

 

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