Già da un anno Il CIPESS ha cancellato 350 milioni di euro destinati al tratto Modica–Scicli dell’autostrada Siracusa–Gela. Dopodichè il silenzio.
Un colpo durissimo per il Sud, frutto di ritardi, inerzia e cattiva gestione.
La Regione Siciliana, guidata da Schifani, non ha difeso l’opera. Il ministero delle Infrastrutture ha taciuto. E Autostrade Siciliane continua a non pagare le ditte, con oltre 18 milioni di debiti.
Risultato: cantieri fermi, autorizzazioni a rischio, e un territorio ancora una volta tradito.
Infrastrutture in Sicilia / Il Sud che resta incompiuto
La Modica-Scicli cancellata: Schifani, Salvini e la desertificazione infrastrutturale del Sud
Definanziati 350 milioni dal Cipess per i ritardi accumulati. La Regione dorme, il ministero tace e le ditte non vengono pagate: la Sicilia paga con l’abbandono sistematico.
Il colpo definitivo all’autostrada che non c’è
Il Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione e lo sviluppo sostenibile) ha formalizzato la cancellazione del finanziamento da 350 milioni di euro destinato al tratto Modica-Scicli dell’autostrada Siracusa–Gela, motivando la decisione con i troppi ritardi accumulati. 
Così, l’autostrada, attualmente percorribile fino a Modica, sembra destinata a restare un’opera a metà. 
Il tratto mancante — quello tra Modica e Scicli, lungo circa 11 km — era da tempo al centro di promesse politiche e speranze locali, ma ora si ritrova fra le “opere definanziate”. 
Le responsabilità politiche: Schifani e Salvini sotto accusa
Schifani: promesse vane
Il presidente della Regione, Renato Schifani, aveva inaugurato — insieme ad altri esponenti istituzionali — il tratto Ispica-Modica promettendo che “sarebbe andato avanti fino a Scicli”. Ma oggi quelle promesse sono carta straccia. 
La Regione non ha avviato né completato la gara per il lotto Modica-Scicli, non ha garantito tempi certi, non ha difeso il progetto nei tavoli nazionali: perdite che pesano politicamente quanto finanziariamente.
Il Governo / il Ministro che tace
Per il ministro alle Infrastrutture — attualmente sotto le insegne della maggioranza — non c’è una risposta pubblica degna di nota.
Quando si tratta del Mezzogiorno, anche il “governo del fare” sembra smarrire il suo slancio. Il silenzio del ministero è assordante davanti alla cancellazione di fondi già stanziati e alle proteste del territorio.
La gestione dei cantieri: un buco nero di malagestione
Il Consorzio Autostrade Siciliane (CAS) emerge come uno degli assi centrali del disastro organizzativo.
Secondo il deputato regionale Nello Dipasquale, il CAS non paga da mesi la ditta appaltatrice del tratto Rosolini-Modica, accumulando un debito stimato in circa 18 milioni. 
Se non riesci a chiudere un tratto già avviato, come puoi aprirne uno nuovo?
Il CAS sosteneva di avere un progetto esecutivo aggiornato per Modica-Scicli — ma l’inerzia istituzionale rischia di far scadere tutte le autorizzazioni ambientali ed espropri, vanificando quanto già fatto. 
Inoltre, la CNA territoriale di Ragusa ha denunciato pubblicamente la mancanza di chiarezza, accusando la gestione del progetto di inefficienza e di non aver rispettato gli impegni di spesa vincolanti. 
Le conseguenze: un territorio ferito
• Economia e imprese locali: fornitori e appaltatori restano senza pagamenti, cantieri fermi, indotto in ginocchio.
• Turismo e mobilità: l’assenza di un collegamento autostradale diretto penalizza i flussi turistici, la sostenibilità dei territori minori e la capacità attrattiva del Ragusano.
• Aeroporto di Comiso: il collegamento stradale è essenziale per dare senso all’aeroporto; senza infrastrutture funzionali, lo scalo rimane marginale. 
• Isolamento infrastrutturale: la Sicilia che resta divisa e incompleta induce emigrazione interna e stagnazione.
Il Sud sbattuto contro la logica del basso profilo
Il definanziamento del lotto Modica-Scicli non è un “errore tecnico”: è la conferma definitiva che, quando conta davvero, il Mezzogiorno non è una priorità.
Soprattutto quando si parla di completare ciò che è già iniziato: il Nord – o territori più “visibili” – riceve favori; la Sicilia, no.
È emblematico che siano ritirati fondi già stanziati, anziché avviare procedure correttive. È una cancellazione politica mascherata da scelta tecnica.
Domande che attendono risposte
1. Dove sono finiti i 350 milioni tolti al lotto Modica-Scicli?
2. Perché la Regione non ha difeso il progetto nei Ministeri e nei tavoli decisionali?
3. Qual è il piano reale del Governo per rifinanziare e completare l’opera?
4. Perché il CAS non è stato in grado di garantire continuità nei lavori già avviati?
5. Se le autorizzazioni decadono, come si recupererà il tempo e le risorse attualmente sprecate?
Finché nessuno risponderà, la Sicilia continuerà a essere terra di infrastrutture a metà.
CONCLUSIONE / APPELLO
Basta con gli annunci: ora servono scelte e responsabilità.
Schifani, il Governo nazionale, il ministero delle Infrastrutture devono intervenire con decisione. Devono non solo recuperare i fondi, ma creare un piano credibile e vincolante per completare l’autostrada Modica-Scicli.
Perché dire che “non ci sono i soldi” è un alibi.
La Sicilia non ha bisogno di parole: ha bisogno di infrastrutture.
E chi governa in Sicilia o in Italia non può più permettersi di ignorare quel bisogno.

